Spedita la Lettera Aperta con 600 cittadini firmatari: i nuovi riscontri

21 Lug ’20 – La richiesta di rivedere radicalmente la DGR 3226, che sta bloccando la vita delle Residenze per Disabili e Anziani, sta ottenendo ascolto.
Oggi, martedì 21 luglio, il Direttore Generale Welfare della Lombardia ha incontrato i rappresentanti degli enti che gestiscono le Strutture, mostrando finalmente la disponibilità ad introdurre, con una nuova DGR che potrebbe venire adottata all’inizio di agosto, nuovi criteri semplificati per gli ingressi e le uscite degli ospiti (comunque in sicurezza) oltre che per le visite dei parenti.
Ha mostrato inoltre di voler accogliere la richiesta di non lasciare sole le Strutture a far fronte su problemi economici che l’epidemia ha determinato.
Manteniamo comunque alta la guardia per verificare che le aperture mostrate oggi su traducano in concrete scelte, formali e sostanziali.

Scarica la lettera Aperta nella versione definitiva

con le iniziali dei nominativi dei 600 cittadini firmatari ed il comune di Residenza (da tutta la Regione!)

3 commenti su “Spedita la Lettera Aperta con 600 cittadini firmatari: i nuovi riscontri”

  1. Non è possibili continuare a non vedere i propri cari o farlo attraverso un vetro, è una crudeltà inaccettabile che continua da mesi e non vede una fine, con persone indifese e a volte affette da demenza che non comprendono e non collaborano alle procedure previste.
    Sono stati affidati alle cure (gua precarie per varie ragioni) delle strutture e si trovano sequestrati e lontani dai propri cari. Non sono più disposta ad accettare che la politica se ne occupi con i suoi tempi, non lo ha fatto mesi fa quando li ha lasciati morire ora tutti circolano e loro sono costretti all’isolamento. Ma i parenti hanno soli il dovere di pagare le rette? È Vergognoso!!!!! Per cortesia svegliamoci!!! Contattatemi io voglio giustizia

  2. L’attuale Situazione sanitaria e pandemia si obbliga a rivedere organizzazioni sanitarie territorio

  3. Condivido il commento di Velleda.
    E’ dal 24 febbraio che non posso abbracciare mamma!
    Certo potevo parlare con lei in videochiamata, ma… lei ha un iniziale Alzheimer che le rende difficile farsi capire, non ci vede e non ci sente bene. Alla chiusura dell’accesso ai parenti avevo avvertito che il Coronavirus sarebbe entrato attraverso gli operatori… e così è stato, ma ciò non ha modificato la chiusura, rendendo penosa l’assenza sia ai residenti che ai propri cari. Trovo ingiusto e intollerabile che tante persone non possano avere il conforto della vicinanza dei propri cari: la solitudine nel finire della vita è la più brutale delle solitudini.
    Mi brucia nel cuore il dover combattere questa battaglia: consentire a tutte le persone anziane di vivere il loro tempo con serenità ed il conforto di persone che gli stanno accanto e che gli trasmettono calore umano. Ancor oggi posso vederla dietro un plexiglass, e vederla alzarsi al mio arrivo per abbracciarmi, trattenuta da un’operatrice, mi procura un dolore incredibile…è ora di dire BASTA (il tutto con discoteche aperte, spiagge affollate e politici senza mascherina.

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